Tra rovine cadenti, un santuario selvaggio prospera. Le brattee bianche della Davidia involucrata svolazzano come fazzoletti spettrali nella brezza, mentre l'iris giapponese vigila sulla riva dell'acqua, i suoi petali delicati riflessi sulla superficie increspata. I fiori stellati della Sparmannia africana si protendono verso il cielo, una costellazione radicata nella terra. Il Prunus pendula versa le sue lacrime rosa sullo stagno, dove i pesci guizzano come gioielli viventi, le loro squame brillano alla luce screziata del sole. Le trombe angeliche della Brugmansia pendono pesanti, il loro profumo è un canto di sirena nel crepuscolo. Con il calare del giorno, il loro aroma si intensifica, chiamando gli impollinatori notturni. L'aria vibra di vita, un contrasto vibrante con le pietre consunte che sussurrano storie di tempi passati. Questo angolo incontaminato del giardino pulsa al ritmo della natura, dove le rovine diventano una tela per la bellezza persistente della vita. Ogni fiore, ogni increspatura, ogni guizzo di pinna sotto la superficie dell'acqua è una celebrazione audace del presente, che prospera tra gli echi del passato.
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